domenica 17 aprile 2016

Ex-tempore

Nasce... si evolve





Scacchiera

La scacchiera vuole riflettere sulla genesi compositiva della Casa del fascio di Terragni a Como.
Sono partito dal volume puro di un semi-cubo



In seguito si procede alla traslazione di alcuni moduli in una direzione...


e poi nell'altra.


Rotazione


Rotazione con basamento fermo


Svuotamento del centro


Rotazione di 45 gradi


Sopraelevazione


domenica 3 aprile 2016

Giuseppe Terragni. Della poetica dialettica

Giuseppe Terragni nasce e cresce a Como, città che si porta dietro la memoria della Comum romana, soprattutto nell'assetto urbanistico, città che vive il medioevo strutturandosi sulla città precedente, dando i natali ai maestri comacini che avranno grande influenza per vari secoli. Como è città di confine, un po' Svizzera un po' Italia, provinciale ma ricca di stimoli. Inoltre la dittatura fascista "sollecita" tensioni contrastanti nella società dell'epoca. Vi è, tra Como e Milano, un'intensa attività culturale che coinvolge appieno Terragni. Le frequentazioni di artisti di provenienza cubista-futurista ma anche dei pittori metafisici, la società dei gerarchi e la città degli strati fanno sviluppare a questo giovane architetto una nuova sensibilità, che non scinde la cose ma le fa compenetrare, decantare. E' si un'architetto moderno che risponde ai dettami del funzionalismo ma riesce a farsi carico del potere della storia, delle sue suggestioni, non come stile ma come contesto che influenza e che va influenzato.

CASA DEL FASCIO

La Casa del Fascio di Como rappresenta tutte queste tensioni e questi stimoli. Il progetto viene iniziato nel 1928 e portato a termine nel 1932. Deve sorgere su un'area quadrata localizzata subito fuori le mura della città. Il fronte principale affaccia sull'abside del duomo. Terragni vive la difficoltà del luogo e del programma ma trova nell'opera realizzata e attraverso due scelte fondamentali - una volumetrica e l'altra spaziale - la soluzione. Dal punto di vista spaziale organizza la pianta su tre fasce e quella centrale viene svuotata per diventare spazio pubblico e connettore del sistema. Dal punto di vista volumetrico affronta il rapporto con l'ambiente storico con l'opzione dell'astrazione assoluta. Crea un mezzo cubo perfetto e bianco, un prisma astratto, senza basamenti, elevazioni cornicioni che si riverbera su una piazza anch'essa liscia e bianca. Il linguaggio può essere ricondotto alla facciata di Le Corbusier, ma lo scatto inventivo di Terragni è nel fatto che la parete invece di essere diaframma immateriale diventa un luogo architettonico, denso, stratificato, pieno di significati espressivi, di incastri, di slittamenti, di gerarchie, di spessori. Terragni sostituisce al sistema per sovrapposizione dell'architettura classica un sistema per giustapposizione. La Casa del Fascio vive un'apparente contraddizione tra dispositivi che derivano dalla tradizioni (stereometria, proporzione, spessore murario) ma un'espressività tipica dell'architettura contemporanea. La stereometria è usata per affermare il valore astratto dell'oggetto, la proporzione per sviluppare la forza dell'orizzontalità, lo spessore murario per articolare l'edificio dinamicamente.

ASILO SANT'ELIA

Terragni sviluppa la piccola scuola  su un impianto che ha già usato più volte: la divisione della pianta in tre fasce. La pianta è inscritta in una quadrato ruotato rispetto la maglia stradale per l'insolazione ma soprattutto per inquadrare la torre del Baradello. La fascia centrale non è una piazza interna ma "un seme" di natura. L'inusuale grande dimensione dell'atrio consente la tensione verso l'orizzontalità. Lo spazio è sviluppato come sequenza telaio-atrio-giardino che si chiude con un portico che ricuce le braccia dell'asilo. Nel giardino si sviluppa un secondo movimento del progetto: uno slittamento trasversale che fa fuoriuscire la struttura da un lato e la vetrata dall'altro che può piegarsi e chiudersi come una serra, in una soluzione mai attuata prima.
Infine si può dire che di questo progetto che l'idea nata in astratto si misura con le forze esterne che l'hanno compenetrata.
Se si pensa ad un'opera chiave dell'architettura italiana non si può non pensare a questa che ingloba tre componenti fondamentali: il programma sociale, l'innovazione tecnica e funzionale, l'arte.*